Gerusalemme: Basilica del Santo Sepolcro

Gerusalemme: Basilica del Santo Sepolcro

All’interno della Basilica del Santo Sepolcro è iniziata la mappatura “pietra per pietra” del pavimento. Ogni giorno centinaia di pellegrini visitano la Basilica del Santo Sepolcro e camminano su queste pietre. Architetti, insieme a restauratori e geologi stanno cercando di capire lo stato di conservazione, la mappatura dei degradi delle superfici, in modo da formulare un’ipotesi di progetto di restauro. Il progetto è portato avanti dalla Fondazione Centro per la conservazione e il restauro dei beni culturali La Venaria Reale (Ccr) di Torino e il dipartimento di Scienze dell’antichità dell’Università La Sapienza di Roma.
Dopo il restauro dell’Edicola ora inizia la fase di restauro del pavimento intorno al luogo della risurrezione di Cristo. Anche questo progetto sarà possibile realizzarlo anche grazie al contributo della Colletta del Venerdì Santo.

Le aree di intervento

Il comitato tecnico scientifico multidisciplinare ha organizzato il lavoro in quattro aree: conservazione e restauro del pavimento della basilica; valutazione della stabilità e messa in sicurezza dell’edicola che racchiude il Sepolcro; implementazione di strutture tecniche (idriche, elettriche, meccaniche, antincendio); ricerca archeologica.

Un passaggio particolarmente delicato dei lavori sarà l’intervento sul pavimento del Santo Sepolcro. Per prima cosa si procederà alle investigazioni scientifiche (fase 1), per la caratterizzazione dei diversi materiali, le indagini geofisiche e il monitoraggio dell’ambiente, al fine di pianificare una serie di test sperimentali per ripulire le pietre (fase 2). Per mantenere la continuità degli spazi e dei materiali del pavimento, l’area interessata dai restauri, oltre a quella dell’Anastasi che circonda l’Edicola, sarà estesa fino all’ambulatorio e all’ingresso della chiesa.

La valutazione della stabilità e della messa in sicurezza della sacra edicola sarà effettuata da un gruppo interdisciplinare composto da restauratori, archeologi e progettisti di impianti. Verranno condotti interventi per sondare l’esistenza reale di canali sotterranei, rilievi geometrici dettagliati e rilievi delle patologie strutturali dell’edicola.

Terminata questa seconda fase dei lavori si punta a migliorare le principali problematiche tecniche all’interno della basilica, a beneficio delle comunità religiose che vivono nel complesso e dei pellegrini. Ad esempio, si procederà all’analisi della situazione in termini di temperatura, umidità, concentrazione dell’inquinamento, cercando poi di delineare soluzioni ai bisogni riscontrati.

I risvolti archeologici

Per quanto riguarda le indagini archeologiche, la professoressa Francesca Romana Stasolla, della Sapienza, ha spiegato che verranno creati un database e mappe tridimensionali con i dati raccolti. In collaborazione con il dipartimento di Ingegneria astronautica, elettrica ed energetica della Sapienza, verranno analizzate e studiate le variazioni dell’acustica e della luce naturale nel Santo Sepolcro. Il gruppo della Sapienza provvederà a documentare i lavori e le fasi del progetto di restauro.

Come ha ricordato l’archeologa Carla Benelli dell’associazione Ats Pro Terra Sancta (ong che si occupa di raccolta fondi e realizzazione di progetti per conto della Custodia di Terra Santa – ndr) lo sviluppo del progetto è stato possibile grazie alla donazione di un privato, che ha versato 500 mila euro. Si tratta di una cifra ben superiore a quella indicata nella presentazione del progetto, dal costo di 253 mila euro secondo le stime del comitato di lavoro. Il costo indicato però tiene conto solo di questa fase di studio di fattibilità ed è probabile che nel futuro ci sarà bisogno di cercare nuovi finanziamenti per portare a termine i lavori.

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